domenica 16 settembre 2012


                               Una visita a Kalabougou (Mali)

         Con il nostro camper stiamo attraversando il territorio del Mali, ci troviamo sulla statale che ci condurrà a Segou.

 L'itinerario dei novemila chilometri per arrivare in Mali

            Sapevamo di aspettarci l’asfalto rovinato ma non pensavamo mai di doverci districare tra buche e “voragini”. Spesso dobbiamo abbandonare la normale viabilità a favore della vicina pista camionabile. In Mali la percorribilità delle strade è lenta, a causa dei continui controlli da parte delle autorità. Si alternano a distanza di pochi chilometri: polizia; gendarmeria e dogana, oltre a lunghe serie di rallentatori prima e dopo ogni villaggio.

Quel che resta dell'asfalto
            Lungo il cammino, una vegetazione rigogliosa ci accompagna, altissime palme si alternano a maestosi Baobab, vere sculture viventi, ci fermiamo per fare qualche foto, specialmente nelle vicinanze dei piccoli villaggi pieni di bambini che giocano.

 Un albero di Bao bab, ancora spoglio

I bambini ci salutano al nostro passaggio

            La strada migliora in prossimità di Segou, il lungo rettilineo che fiancheggia il grande fiume Niger ci porterà a destinazione; il motel “camping Savane” poco distante dal centro. Ci arriviamo nel tardo pomeriggio, ci meritiamo un giusto relax dopo quasi trecento chilometri di “Bum, Bum, Bum”.

L'hotel camping, Savane

            Al mattino ci svegliamo con il canto degli uccelli, classico “trillìo” della foresta. Durante la notte abbiamo combattuto con una zanzara. Anche se questo non è il periodo, temiamo per la malaria; verso le quattro, il canto dei muezzin, poco dopo un suono di campane, segno evidente della presenza di una comunità cristiana.
            Oggi è prevista una escursione in pinassa, le classiche imbarcazioni che navigano per tutto il fiume Niger. Indossiamo camicie con maniche lunghe per precauzione, con le zanzare non si sa mai. Dal camping con un taxi raggiungiamo la piazza antistante il porto.

La "nostra" imbarcazione

            Deve essere giorno di mercato, la piazza è affollata di venditori, sono tutte donne con i loro abiti multicolori ed i loro caratteristici copricapo. È ancora presto, pian piano tutta l’area si sta animando con l’arrivo dei primi clienti.

Il grande mercato all'aperto

            Nell’attesa dell’ora prefissata per la partenza, passeggiamo tra i banchi, rari in verità la maggior parte delle mercanzie è adagiata in terra protetta dalle stuoie. È esposta la merce più varia, dalle verdure alla frutta, dagli articoli per la casa alle coloratissime stoffe, poi patate e tuberi di ogni genere. Sotto la poca ombra di un albero spoglio, una signora vende il suo vimini per la creazione di cestini.

Ancora è presto per l'arrivo dei primi clienti

Il copricapo coordinato con il vestito

            Ci avviciniamo all’imbarco, tra una sponda e l’altra del fiume le pinasse si incrociano con il loro carico, talvolta di merci o legname, altre volte affollate di gente come sui nostri autobus nelle ore di punta. 

Imbarcazioni super affollate

            La nostra barca è capiente, lunga e slanciata, con la chiglia piatte come tutte le imbarcazioni fluviali; è tutta addobbata per trasportare i turisti con la copertura per proteggersi dal sole. La navigazione è lenta, come è lento l’andamento del grande fiume. Questo ci permette di vedere e fotografare la vita quotidiana che si svolge sulle sue rive.

L'imbarcazione "preparata" per i turisti

             Il Niger in alcuni tratti è talmente largo da permettere la presenza di alcune isole abitate nel suo letto. Una di queste è l’isola di Kalabougou, da cui l’omonimo paese, è li che siamo diretti, un villaggio genuino poco conosciuto dal turismo di massa. La gita in barca è rilassante e piacevole, nonostante la giornata calda.
            Contrarie al nostro senso di marcia, altre imbarcazioni, sono dirette a Segou, quel mercato deve avere un buon successo. Vicino le rive è fiorente la vegetazione delle ninfee, sopra le grandi foglie passeggiano gli uccelli acquatici dai mille colori in cerca di cibo, il lento incedere dell’imbarcazione ci permette di riprendere qualche immagine.

Il lavaggio delle pentole con la sabbia

            Dopo circa un’ora arriviamo sull’isola, la particolarità del luogo sono le terrecotte realizzate artigianalmente dalle donne del villaggio. Appena scesi dalla barca, veniamo avvicinati da due bambini, ci guardano senza dire niente, poi continuano a seguirci per tutto il percorso.

Arrivano i primi bambini

            Le case del villaggio, semplici ed essenziali, sono costruite con mattoni crudi intonacate con paglia e fango; materiali umili ma che nel mondo, danno riparo a milioni di famiglie da migliaia di anni. Ci affacciamo in una di queste, una donna ci invita ad entrare, è intenta ad attaccare il bordo di morbida argilla ad un otre di medie dimensioni.

La rifinitura del vasellame

            In altre occasioni e in paesi lontani, abbiamo visto vasai all’opera con il tornio nel modellare la creta, a volte fatto girare con i piedi a volte con le stesse mani, ma qui è differente, non usano il tornio, le lavoratrici con passo cadenzato girano intorno al vaso appoggiato sopra una base per tutta la fase lavorativa.

Il bimbo sembra interessato

            Tutto il vasellame, da ornamento o per la casa, è lavorato per tutta la settimana dagli abitanti del villaggio (naturalmente solo donne); poi il sabato e la domenica vengono adagiati sopra uno spazio comune, coperti da grandi fascine di legna per essere cotti alla luce del sole, un falò grande come la piazza che lo accoglie. Peccato non essere arrivati in tempo per la cottura. Ci hanno riferito che il lunedì, grandi barche portano il vasellame al mercato di Segou per essere venduto.

Il luogo della "cottura"

            Proseguiamo il giro, altre case, altri vasi da modellare. Comperiamo un portafrutta, non tanto perché ci serve, ma per far guadagnare qualche soldino a queste persone. Nei cortili alcune donne alle prese con altri lavori domestici, con un grosso bastone pestano i cereali dentro il mortaio, quasi sempre con un bimbo piccolo legato sulla schiena.

La "battitura" del miglio   

   Tentiamo di fotografare senza infastidire la gente. Nel frattempo siamo circondati dai bambini che sempre più numerosi formano un corteo dietro di noi. Abbiamo entrambi le mani impegnate, ogni bambino con tenerezza ci stringe un dito guardandoci con i loro grandi occhioni neri. Camminiamo quasi a fatica, ci dobbiamo adeguare ai loro piccoli passi, non ci lasciano un attimo, sembrano felici di questo incontro.

 Siamo circondati dai bambini   

            Non possiamo dire che qui la gente è indigente, vivono con semplicità, come hanno vissuto i loro padri e i loro antenati da centinaia di anni, lavorando l’argilla e coltivando i campi. Non vediamo persone denutrite, ne tantomeno bambini sofferenti.
            Ci fermiamo a “parlare” con una signora dalla pelle color del mogano. Ha un aspetto regale, ci mostra il suo bambino, capiamo che è originaria dell’Etiopia. A volte con pochi gesti e qualche sorriso si può dialogare.

Un simpatico incontro

            La visita prosegue girando tra le strette viuzze ricoperte di sabbia, i bimbi continuano a seguirci, arriviamo nella piazza dove soltanto ieri si sono spenti i fuochi, qua e la in mezzo alle ceneri, è rimasto qualche vaso rotto. 

Non tutto si recupera
       
            Lungo la riva si svolgono i lavori domestici, chi e intenta a lavare la biancheria chi a lucidare le pentole che brillano al sole. Sempre e solo donne, oggi non abbiamo visto una figura maschile.

Faccende domestiche

            Il tempo della visita è terminato, la pinassa che ci porterà indietro è pronta a salpare. Ringraziamo i bambini, che tenendoci per mano fin qui ci hanno fatto compagnia, man mano che la barca si allontanava,  li abbiamo visti salutare e qualcuno piangere. Ci si è stretto il cuore.

Il saluto dei bambini, quando lasciamo il villaggio

            Chissà quante realtà come questa ci sono nel Paese, sicuramente una infinità, poi quando le tocchi con mano ti fa un altro effetto e, pensi a quanto superfluo c’è nel mondo occidentale.
            Il sole è all’apice, ma l’effetto dell’acqua non fa sentire il caldo. Ci accostiamo troppo alla riva, l’acqua è bassa ed il motore tocca sul fondo. Il barcaiolo a mo’ di gondoliere con un grosso remo spinge e riguadagna la giusta profondità. Davanti a noi, approfittando del basso fondale un gruppo famigliare attraversa il corso d'acqua con mucche e capre, tenendo un capretto in collo per non farlo affogare.

la "transumanza"

            Sulle piccole spiagge ancora scene di lavori domestici, si riempiono le otri (formate da grandi zucche essiccate) d’acqua per irrigare i semplici orti, un lavoro veramente duro.

L'innaffiamento dell'orto

            Siamo quasi arrivati, per un tratto ci affianchiamo ad un piccolo traghetto che fa la spola tra le due sponde, è carico di gente, Vittorio scatta una fotografia mentre una graziosa ragazza lo ammonisce con un dito.

Il ponte del traghetto

            Ci troviamo nuovamente al centro del mercato, si fa fatica a camminare per il flusso di persone, sono aumentati anche i venditori con altrettante mercanzie. Velocemente, per il “profumo”, ci lasciamo alle spalle i mercanti di pesce essiccato.

Le venditrici di pesce

            C’è molta confusione, tutte le strade intorno a noi è un via vai di persone, tutte donne, come donne sono le venditrici con tanto di figlio legato dietro le spalle. Non avevo mai visto prima, tanti bambini così in tenera età. Molto spesso ho notato madri con un bimbo in braccio, uno dietro le spalle ed uno in grembo. 

Il mercato si è affollato

            Passiamo davanti un hotel ristorante, ci da fiducia ed entriamo. Nel suo interno un bel giardino ombroso ci ripara dalla calura. Anche il cibo è stato buono, lo ha anche apprezzato una bella e coriacea  lucertola, che di tanto in tanto veniva a mangiare un po’ di riso che gli porgevamo.

Aspettando il riso

            Ancora un piccolo giro tra le mercanzie. Per riprendere il taxi che ci condurrà al camping dobbiamo attraversare il mercato, ne approfittiamo ancora per qualche foto, la calda luce del tramonto ci facilita il compito. 

Guardando il fiume

            Oggi è stata una giornata intensa, sia per le cose belle che per le emozioni riportate. Questo viaggio si sta dimostrando alquanto interessante, a volte impegnativo.
            Nel tornare a “casa” però,  ho solo negli occhi quei braccini alzati che ci salutano, ed a pensarci bene, di quei bimbetti, non ne conosco neanche un nome.  
                                                                                         Anna Maria Rosati       
            

1 commento:

  1. valeva la pena di aspettare tanto per questo nuovo post: un viaggio incredibile in un posto incredibilmente lontano e così diverso dagli scenari ai quali siamo abituati (a parte le buche in strada forse...
    Grazie per questo bellissimo reportage!

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